Thor Ragnarok recensione no spoiler!
Il 25 ottobre esce nelle sale italiane l’ultimo film sull’avenger di Asgard: Thor: Ragnarok. In questo nuovo film il dio del tuono (Chris Hemswoth) dovrà vedersela con la dea della morte Hela (Kate Blanchett) e l’eccetrico Gran Maestro (Jeff Goldblum), sovrano del pianeta Sakaar, oltre alla misteriosa Valchiria (Tessa Thompson) e a un paio di sue vecchie conoscenze in verde…

Thor: Ragnarok trama
Dopo gli incubi vissuti da Thor durante Avengers Age of Ultron, il tonante era rimasto molto turbato dal fato di Asgard. Nella sua visione la patria degli dei nordici era avvolta dalle tenebre e la morte sembrava regnarvi sovrana. Thor ha quindi lasciato Midgard per recarsi a Muspelheim, il regno del fuoco dove dimora il feroce Surtur (Taika Waititi), destinato a scatenare il Ragnarok: la fine di Asgard e degli dei norreni. Il dio del tuono riesce a neutralizzare l’antico avversario, che però gli annuncia che il Ragnarok è già iniziato!
Tornato a casa, Thor scopre l’inganno del suo fratellastro. Loki (Tom Hiddleston) ha bandito Odino (Anthony Hopkins) da Asgard e ne ha preso il posto segrtamente. Una volta smascherato l’ingannatore, Thor e Loki si recano su Midgard alla ricerca di Odino. Qui vengono interecettati dal Doctor Strange (Benedict Cumberbatch), che li aiuta nella loro ricerca, con la speranza di allontanare il dio del caos dalla Terra. Purtroppo Odino ha una rivelazione scioccante per i suoi figli: Thor ha una sorella maggiore, Hela, la dea della morte. Esiliata millenni fa a causa della sua sete di potere, essa si è ora liberata dalla sua prigione ed è in procinto di reclamare il trono di Asgard. Hela non si fa attendere oltre e dopo aver disintegrato Mjolnir conquista la città dorata in un battibaleno, risvegliando orde di guerrieri vichinghi defunti e il suo lupo personale, il gigantesco Fenris. Combattendola Thor e Loki precipitano nel Bifröst e finiscono prigionieri del pianeta Sakaar, dove il nostro eroe è costretto a diventare un gladiatore. Inaspettatamente Thor si ritrova a combattere contro una sua vecchia conoscenza: l’incredibile Hulk (Mark Ruffalo). Anche il gigante verde è rimasto prigioniero di Sakaar, ed è per questo che è scomparso negli ultimi anni.
Mentre Thor cerca di riappacificarsi con il collega avenger, che non sembra per nulla sentire la mancanza della squadra e della Terra, Hela si prepara a lanciarsi alla conquista dell’universo, aiutata dal suo personale esecutore, Skurge (Karl Urban), e dal suo esercito di morti viventi. Solo Heimdall (Idris Elba) rimane a tenerle testa, nascondendo la spada che “attiva” il Bifröst e impedendo alla dea della morte di partire alla volta di altri mondi. Ma quanto a lungo potrà resistere il guardiano di Asgard senza aiuto? E riuscirà Thor a salvare l’universo ora che non possiede più il potere del tuono?

Thor: Ragnarok, il terzo capitolo di Thor
Thor: Ragnarok si distingue dai precedenti film sul dio del tuono. In particolare l’influenza dei Guardiani della Galassia si fa sentire su quest’ultimo capitolo delle vicende dell’eroe asgardiano, in primo luogo nell’ambientazione spaziale. La scena si divide equamente fra la mistica Asgard e lo sgargiante pianeta Sakaar, dove compaiono diverse razze aliene e personaggi che non stonerebbero affatto nelle avventure di Peter Quill e soci. Il Gran Maestro è un avversario bislacco e capriccioso, più interessato a soddisfare i propri piaceri che a schemi di dominio universale. Al suo servizio possiede diversi mercenari o cacciatori di taglie provenienti da tutto l’universo. Apprendiamo infatti che Sakaar è una sorta di discarica cosmica, dove vi finisce tutto ciò che è perduto o indesiderato. Fra musiche rock e ambientazioni dai colori surreali,i grandi assenti di Civil War, THor e Hulk si reincontrano dopo anni. Nonostante l’abuso di battute e gag, spesso inserite in momenti assolutamente fuori luogo, Thor: Ragnarok rappresenta un discreto miglioramento rispetto ai precedenti film sul dio del tuono. Per la prima volta riusciamo a vedere delle sfumature umane in Thor, mentre di solito era Loki a conquistare la scena. Reduce dalla perdita di Mjolnir, l’ex dio del tuono deve confrontarsi con dei limiti tutti nuovi e con l’ingombrante figura del padre, custode di troppi segreti. Thor: Ragnarok è un film ricco di azione e di eventi, dove è difficile annoiarsi. Unica pecca, la densità della trama impedisce di “disegnare” accuratamente i nuovi personaggi. Ciò va sicuramente a discapito della Hela di Cate Blanchett, una cattiva a tratti troppo stereotipata (va detto che la baravura dell’attrice non fa pesare più di tanto questi problemi). Più interessante sicuramente la Valchiria, new entry fra i comprimari del tonante. Eroina riluttante, simile alla Jessica Jones dei Defenders, ama passare il su tempo a bere e fare a botte per non doversi confrontare con un doloroso passato. Chissà che non rivdremo anche lei nel prossimo capitolo destinato agli Avengers…
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